“Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss. Voglio avere supermercati, negozi, fabbriche, voglio avere donne. Voglio tre macchine, voglio
che quando entro in un negozio mi devono rispettare, voglio avere magazzini in tutto il mondo. E poi voglio morire. Ma come muore uno vero, uno che comanda veramente. Voglio morire ammazzato”.
E’ la citazione a memoria della lettera di un ragazzino in carcere, capitolo sulla guerra di Secondigliano, pagina 129. E’ qui che abbiamo interrotto, un po’ dopo le 9 di ieri sera, e alla prossima puntata si potrebbe ricominciare da qui.
Si può certamente dire che promotori e organizzatori sono soddisfatti di come è andata la prima puntata. Magari variamente soddisfatti, come al solito, però si potrebbe provare a uscire definitivamente dalle dietrologie e dire senza distinguo che il rito civile c’è stato, ed è stato bello e sobrio, vip o non vip, gente di Chiaia e non.
Soprattutto — come mi faceva notare l’amica che si è occupata di mettere i segnetti rosa nel libro che poi è passato di mano in mano — sembrava di vedere (sentire) che chi è venuto e ha letto la sua pagina (a volte non avendolo deciso in anticipo) poi è uscito … soddisfatto; “che poi è la cosa più importante”, diceva lei. E lo penso anche io.
Poi possiamo continuare a ragionarci (io lo farò). E a lavorarci.
C’è l’appuntamento di Miano per il 31 ottobre, organizzato dai frati del convento francescano (uno dei quali legge nell’immagine), c’è la lettura che inizia da domani (domenica 26) a Chiaiano (come nel comunicato stampa nel commento al post qui sotto), c’è una ragazza di Avellino che ci ha contattato per organizzare una lettura nella sua città, c’è una collega di università che ieri sera si chiedeva se organizzare una lettura in facoltà, e spero che ci siano altri gruppi e persone cui sia venuta la voglia di organizzarsi e oranizzare.
Mi pare di poter dire pure che alcuni dei cosiddetti vip (ma pure su questa definizione poi un giorno si potrebbe iniziare un ragionamento) sarebbero disponibili a dare una mano pure per altre occasioni. Ho sentito con le mie orecchie Francesco Pinto (Rai3), che si diceva disposto a fare più di quello che ha fatto, e l’ispettore Ramaglia (in real life Mario Porfito, per chi non era fan della vecchia Squadra) — chiacchierando nel larghetto davanti al Pan con altri comuni mortali — diceva che si dovrebbero fare tante cose del genere, anche in posti più visibili e aperti.
Intanto, qui ho iniziato a mettere un po di ritagli dalla stampa di oggi, c’è la gallery di Repubblica e da Norberto ci sono alcuni spezzoni registrati ieri.
Blog o simili. C’è Sergio (credo) che ha già fatto il suo commento (con cui sono d’accordo), e Francesco (a cui ho rubato un pezzo di foto) che ha detto la sua a caldo, già ieri sera. E vedo che intanto hanno scritto anche Fraba e Claudio Velardi.
Chi vuole potrebbe segnalare eventuali commenti, pensieri e intenzioni su blog o simili che mi siano sfuggiti, o semplicemente non conosco. Chi non ha il suo posto virtuale potrebbe dire la sua qui.
Poi, se volessimo tenere aperto questo blog come punto comune fra queste cose del seguito, prima o poi (ma più prima) ci vuole anche qualcun altro che se ne occupi, perché chi scrive in questo momento passa già un po’ troppe ore nel web, benché volentieri.
Update 26 ottobre. L’articolo di Paul Viejo, su Pùblico.es.
(leggoSaviano questa volta è d.l.)
Ringraziamenti vari (anche se fa tanto rituale)
— Grazie al Teatro Mercadante, che aveva effettivamente inviato per tempo le immagini teatrali di Gomorra, anche se (nella confusione in cui si è lavorato) sono rimaste troppo lungo dove erano arrivate e quindi non le abbiamo viste. Però potremmo vederle in futuro.
— Grazie a quanti hanno collaborato con la struttura del PAN, e cioè: gli Uffici di Napoli di Civita srl – la 3a Direzione centrale del Comune di Napoli, la Electa Napoli SpA e la Napoliservizi SpA.
— Grazie all’ingegnere Contino, che ha smanettato a lungo con Norberto Gallo, riuscendo a realizzare la diretta web dal Pan.
— E grazie anche alle persone (che variamente lavorano con Velardi) coinvolte nella organizzazione: Raffaella Leveque, che si è occupata dei rapporti con la stampa e di svariate altre cose insieme alle associazioni, Roberta D’Agostino, che ieri sera ha “diretto il traffico” dei lettori con il quale (verso le 16.15) facevamo molta in confusione in tanti/e, Federico Baffi che ha fatto di tutto di più (tipo, occuparsi notte-tempo di realizzare il manifestone che faceva da sfondo, procurare biadesivo e una luce in più per il leggio … ).